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Il lungo sonno dell'invecchiamento

Le nostre Grappe più blasonate hanno dormito per lunghi anni nel nostro magazzino d'invecchiamento. Uno, tre, cinque, sette... dieci anni o anche di più. Lì hanno cambiato colore cambiando il loro aspetto cristallino in tonalità ambrate, via via più scure col passare degli anni. Hanno assunto le sfumature del rovere di Allier dei loro barili. Ogni grappa estrae dal legno sostanze importanti come la lignina che insieme ad altre le conferiscono aromi di vaniglia, spezie, tabacco, e poi quelli ancora più intensi di cannella, liquirizia, cacao. Di per sè l'invecchiamento in legno non può fare miracoli e grappe già perfette dopo la distillazione non necessitano d'altro. Questo per ricordare le nostre grappe pluripremiate senza che siano mai passate nel legno e per sottolineare che ogni grappa che si accinge ad entrare in magazzino d'invecchiamento è già un piccolo capolavoro di equilibrio e fragranza che verrà esaltato dal tempo passato in rovere di Allier. Nel buio, durante l'invecchiamento la porosità del legno che permette la traspirazione e l'ossidazione a contatto con l'ossigeno e il conseguente scurirsi della grappa, fa sì anche che un 2-4% del contenuto della botte ogni anno evapori e si disperda all'esterno trasformandosi in quella che i distillatori di Cognac per primi hanno battezzato come la "part des anges", la parte che spetta agli angeli. È con questo leggero fremito che aspettiamo tra poco che l'Ufficio delle Dogane venga a togliere per un breve momento i sigilli al magazzino d'invecchiamento in modo che si possa accedere e filmare il sonno delle nostre botti. Solo un attimo per lasciare poi che gli angeli continuino a far festa.

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