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Il calice della degustazione

Si può assaggiare una buona grappa acquisendo un po’ alla volta, meglio se guidati, gesti e metodologie che fanno diventare spontanea l’attenzione che è bello dare alle cose che la meritano. Guardare la trasparenza, il colore già dalla bottiglia è il primo passo. Versarne un goccio, circa 25 ml dicono i sacri testi, far ruotare un po' il bicchiere guardando in trasparenza le sfumature del liquido spiritoso e poi avvicinare al naso la bocca del bicchiere, senza tuffarvisi dentro e coglierne a più riprese l’effluvio di sentori che si sprigiona alla giusta temperatura (tra gli 8 e i 13 gradi per le grappe giovani, tra i 15 e i 18 per invecchiate e riserve). Sorbirne una piccola quantità che andrà deglutita lentamente dopo aver distribuito la grappa su tutta la cavità orale… Ripetendo e affinando le capacità di sentire che solo una guida esperta e l’esperienza sa dare… Ecco! Volutamente abbiamo tralasciato, dulcis in fundo, lo strumento principe della degustazione, il calice a forma di tulipano che l’ANAG (Associazione Nazionale Assaggiatori Grappe ed Acquaviti) dopo un’attenta ricerca ha individuato come il bicchiere più appropriato per cogliere ogni aspetto della grappa che si assaggia. La forma e la dimensione della coppa è stata pensata per favorire la diffusione massima dei profumi e degli aromi delle Grappe, delle Acquaviti e dei distillati in degustazione. Nell’immagine il calice da degustazione di Distilleria F.lli BRUNELLO. Personalizzato con lo stemma di ANAG e la scritta “F.lli Brunello” incise al laser sul piede del calice. Vi è venuto lo schiribizzo di procurarvene un servizio da dodici? Un attimo che guardiamo com'è la scorta!

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